Mamba Month
La memoria di Kobe Bryant
Per questo Mamba Month desideriamo celebrare la memoria di Kobe Bryant con un viaggio esclusivo attraverso le scarpe che hanno segnato la sua carriera. Ogni paio è capace di raccontare una storia fatta di trionfi, innovazione e passione che rispecchia lo spirito instancabile di Kobe sia dentro che fuori dal campo. Dalle prime collaborazioni fino agli ultimi modelli. Dunque unisciti a noi in questo omaggio ad una vera leggenda, in cui ogni scarpa è simbolo di perseveranza e grandezza. Scopri la storia di Mamba.
Nike Zoom Kobe I
2005-2006
Nike lanciò la prima signature del giocatore, la Kobe I, durante la stagione 2005-06. Fu la prima occasione in cui Kobe venne sponsorizzato da Nike, che aveva prodotto una scarpa esclusiva che portava il suo nome. Dopo alcuni dissidi con i compagni di squadra, i processi, lo scandalo legato a un presunto stupro, la crisi con Vanessa Bryant che portò la coppia quasi al divorzio, in questa stagione Kobe tornava ad essere nuovamente Kobe riuscendo a totalizzare 81 punti contro i Raptors mentre ai piedi indossava proprio le Kobe I.
Con una tomaia in cuoio di prima qualità e la tecnologia Flywire per un supporto leggero e adattabile, le Nike Zoom Kobe I offrivano una calzata personalizzata e le stesse sensazioni di una seconda pelle. L’unità Zoom Air sul tallone offriva un’ammortizzazione reattiva e una risposta rapida, mentre la suola in caucciù assicurava un’aderenza eccezionale in campo.
Nike Zoom Kobe I
2005-2006
Nike lanciò la prima signature del giocatore, la Kobe I, durante la stagione 2005-06. Fu la prima occasione in cui Kobe venne sponsorizzato da Nike, che aveva prodotto una scarpa esclusiva che portava il suo nome. Dopo alcuni dissidi con i compagni di squadra, i processi, lo scandalo legato a un presunto stupro, la crisi con Vanessa Bryant che portò la coppia quasi al divorzio, in questa stagione Kobe tornava ad essere nuovamente Kobe riuscendo a totalizzare 81 punti contro i Raptors mentre ai piedi indossava proprio le Kobe I.
Con una tomaia in cuoio di prima qualità e la tecnologia Flywire per un supporto leggero e adattabile, le Nike Zoom Kobe I offrivano una calzata personalizzata e le stesse sensazioni di una seconda pelle. L’unità Zoom Air sul tallone offriva un’ammortizzazione reattiva e una risposta rapida, mentre la suola in caucciù assicurava un’aderenza eccezionale in campo.
Nike Zoom Kobe II
2006-2007
Nike introduce nel basket un concept caratteristico del running professionale adattandolo, però, alla mamba mentality. Tale concept si basa sull’idea che qualsiasi runner, persino un principiante, possiede vari paia di scarpe: alcune più comode e dure destinate a resistere più a lungo e a danneggiarsi più facilmente ; altre, invece, più leggere adatte ai campionati e alle gare. Nike presentò quest’idea tramite la Kobe II, di cui esistevano tre versioni: Sheath, Strength (rinforzata, con aperture a strappo) e Lite (la più leggera). Tuttavia il concetto presentato aveva qualche lacuna e non convinse Kobe.
Il designer Ken Link si basò su alcune idee che nel 2007 potevano risultare un po’ strane, ma che al contrario oggi sono abituali, come ad esempio l’eliminazione delle colle a favore delle cuciture (per la linea “considered”) o la ricerca di flessibilità rispetto all’ammortizzazione, come si può notare nelle “Free”. In un certo senso fu un’anticipazione di ciò che successivamente sarebbe apparso nelle Kobe: vicinanza, leggerezza e flessibilità, anche se il design non era ancora per nulla rivoluzionario.
Nike Zoom Kobe II
2006-2007
Nike introduce nel basket un concept caratteristico del running professionale adattandolo, però, alla mamba mentality. Tale concept si basa sull’idea che qualsiasi runner, persino un principiante, possiede vari paia di scarpe: alcune più comode e dure destinate a resistere più a lungo e a danneggiarsi più facilmente ; altre, invece, più leggere adatte ai campionati e alle gare. Nike presentò quest’idea tramite la Kobe II, di cui esistevano tre versioni: Sheath, Strength (rinforzata, con aperture a strappo) e Lite (la più leggera). Tuttavia il concetto presentato aveva qualche lacuna e non convinse Kobe.
Il designer Ken Link si basò su alcune idee che nel 2007 potevano risultare un po’ strane, ma che al contrario oggi sono abituali, come ad esempio l’eliminazione delle colle a favore delle cuciture (per la linea “considered”) o la ricerca di flessibilità rispetto all’ammortizzazione, come si può notare nelle “Free”. In un certo senso fu un’anticipazione di ciò che successivamente sarebbe apparso nelle Kobe: vicinanza, leggerezza e flessibilità, anche se il design non era ancora per nulla rivoluzionario.
Nike Zoom Kobe III
2007-2008
I modelli precedenti di Kobe non mostrarono nessun cambiamento rilevante né alcun progresso a livello estetico. Ciò cambiò radicalmente con l’apparizione sulle scene di Eric Avar, un designer che aveva dato vita a delle creazioni folli come Ndestrukt, Hyperflight, Zoom Flight V o le Huarache originali. Tutte accomunate dal fatto che ognuna di queste fu una vera rivoluzione dell’epoca corrispondente. E di fatto anche le Nike Zoom Kobe III lo sarebbero state.
Allontanandosi da ciò che si riteneva comune, Eric Avar creò una struttura plastica rigida, che dava stabilità e leggerezza, montata su una rete molto aperta. Il modello creato in quella rete era un diamante che si ripeteva sulla suola nel più puro stile “waffle”, anche se a molti ricordava la rete di un canestro da basket. Il resto delle caratteristiche comprendeva l’uso della fibra di carbonio e lo zoom.
Anche se è molto distante dall’estetica a cui siamo abituati, si tratta pur sempre di una scarpa notevole in quanto a prestazioni. D’altra parte questo mix di aspetti estetici non fu ben visto dalla comunità di appassionati al mondo del basket e dunque non fu per nulla un successo a livello di vendite. Lo stesso accadde alla versione che prometteva di essere adatta alla strada, prodotta in pelle invece di una struttura plastica.
Nike Zoom Kobe III
2007-2008
I modelli precedenti di Kobe non mostrarono nessun cambiamento rilevante né alcun progresso a livello estetico. Ciò cambiò radicalmente con l’apparizione sulle scene di Eric Avar, un designer che aveva dato vita a delle creazioni folli come Ndestrukt, Hyperflight, Zoom Flight V o le Huarache originali. Tutte accomunate dal fatto che ognuna di queste fu una vera rivoluzione dell’epoca corrispondente. E di fatto anche le Nike Zoom Kobe III lo sarebbero state.
Allontanandosi da ciò che si riteneva comune, Eric Avar creò una struttura plastica rigida, che dava stabilità e leggerezza, montata su una rete molto aperta. Il modello creato in quella rete era un diamante che si ripeteva sulla suola nel più puro stile “waffle”, anche se a molti ricordava la rete di un canestro da basket. Il resto delle caratteristiche comprendeva l’uso della fibra di carbonio e lo zoom.
Anche se è molto distante dall’estetica a cui siamo abituati, si tratta pur sempre di una scarpa notevole in quanto a prestazioni. D’altra parte questo mix di aspetti estetici non fu ben visto dalla comunità di appassionati al mondo del basket e dunque non fu per nulla un successo a livello di vendite. Lo stesso accadde alla versione che prometteva di essere adatta alla strada, prodotta in pelle invece di una struttura plastica.
Nike Zoom Kobe IV
2008-2009
Durante la stagione 2008-2009 la coppia Avar-Kobe, nella sua ricerca della perfezione, lanciò sul mercato un modello di scarpa da basket più basso e leggero mai visto prima di allora, una vera e propria rivoluzione in un mondo di scarpe alte che coprivano le caviglie. Non sembrò però una novità così sbagliata quando, mentre le indossava, Kobe riuscì a vincere il suo quarto anello da campione dell’NBA e il suo primo MVP delle Finals.
I materiali sono una combinazione di flywire e cuoio, l’ammortizzazione è zoom e l’aderenza è massima.
Senza dubbio Nike stravolse il mercato delle scarpe da basket con le Kobe IV, dato che oggi giorno la maggior parte dei modelli hanno un’altezza media-bassa. È per questo motivo che questo modello in qualsiasi colorazione è praticamente un tesoro sia per i giocatori di pallacanestro sia per gli “sneakers freaks”.
Nike Zoom Kobe IV
2008-2009
Durante la stagione 2008-2009 la coppia Avar-Kobe, nella sua ricerca della perfezione, lanciò sul mercato un modello di scarpa da basket più basso e leggero mai visto prima di allora, una vera e propria rivoluzione in un mondo di scarpe alte che coprivano le caviglie. Non sembrò però una novità così sbagliata quando, mentre le indossava, Kobe riuscì a vincere il suo quarto anello da campione dell’NBA e il suo primo MVP delle Finals.
I materiali sono una combinazione di flywire e cuoio, l’ammortizzazione è zoom e l’aderenza è massima.
Senza dubbio Nike stravolse il mercato delle scarpe da basket con le Kobe IV, dato che oggi giorno la maggior parte dei modelli hanno un’altezza media-bassa. È per questo motivo che questo modello in qualsiasi colorazione è praticamente un tesoro sia per i giocatori di pallacanestro sia per gli “sneakers freaks”.
Nike Zoom Kobe V
2009-2010
Con le Kobe 5 si inizia ad entrare nella “hall of fame” delle performance di Kobe. Questo è uno dei migliori modelli di tutta la linea in quanto a performance.
Il modello si ispira a una scarpa da calcio. Kobe infatti sosteneva che i giocatori di calcio tagliavano e placcavano in modo potente proprio come i giocatori di pallacanestro, ma con delle scarpe molto più leggere e minimaliste, quindi perché non creare una scarpa “minimal” anche per giocare a basket?
La prima edizione era già spettacolare per il giocatore, dato che presentava zoom sulla punta e sul tallone, un’aderenza eccellente e una struttura super leggera, ma sicura al tempo stesso. Le versioni iniziali migliorarono ancora di più l’aderenza cambiando leggermente il modello della suola. In più l’unità zoom della punta della scarpa venne migliorata e venne rimossa quella nella zona del tallone.
Bisogna infine aggiungere che è una delle scarpe che appaiono nell’EPICA campagna pubblicitaria dei Most Valuable Puppets.
Nike Zoom Kobe V
2009-2010
Con le Kobe 5 si inizia ad entrare nella “hall of fame” delle performance di Kobe. Questo è uno dei migliori modelli di tutta la linea in quanto a performance.
Il modello si ispira a una scarpa da calcio. Kobe infatti sosteneva che i giocatori di calcio tagliavano e placcavano in modo potente proprio come i giocatori di pallacanestro, ma con delle scarpe molto più leggere e minimaliste, quindi perché non creare una scarpa “minimal” anche per giocare a basket?
La prima edizione era già spettacolare per il giocatore, dato che presentava zoom sulla punta e sul tallone, un’aderenza eccellente e una struttura super leggera, ma sicura al tempo stesso. Le versioni iniziali migliorarono ancora di più l’aderenza cambiando leggermente il modello della suola. In più l’unità zoom della punta della scarpa venne migliorata e venne rimossa quella nella zona del tallone.
Bisogna infine aggiungere che è una delle scarpe che appaiono nell’EPICA campagna pubblicitaria dei Most Valuable Puppets.
Nike Zoom Kobe VI
2010-2011
Per la stagione 10-11 Kobe sfidò Nike richiedendo una scarpa che sprigionasse Mamba (il suo alter ego) da ogni poro. Quindi il marchio, guidato da Eric Avar, propose a Kobe probabilmente una delle migliori scarpe nella storia della pallacanestro in quanto a estetica e performance.
Sulla tomaia delle scarpe sono visibili delle “squame” in poliuretano di varie dimensioni che simulano la pelle di un serpente e che sono sparse lungo tutta la scarpa. Una scarpa di bassa altezza dal massimo sostegno, ultra leggera, con un’ammortizzazione con zoom fantastica sul tallone e sulla punta, oltre ad un’aderenza semplicemente stellare.
Il colorway più iconico è lo stesso usato durante il Christmas Day, quello che venne definito “Grinch”. Ai giorni nostri questa colorazione è probabilmente una fra le più usate dai giocatori.
Nike Zoom Kobe VI
2010-2011
Per la stagione 10-11 Kobe sfidò Nike richiedendo una scarpa che sprigionasse Mamba (il suo alter ego) da ogni poro. Quindi il marchio, guidato da Eric Avar, propose a Kobe probabilmente una delle migliori scarpe nella storia della pallacanestro in quanto a estetica e performance.
Sulla tomaia delle scarpe sono visibili delle “squame” in poliuretano di varie dimensioni che simulano la pelle di un serpente e che sono sparse lungo tutta la scarpa. Una scarpa di bassa altezza dal massimo sostegno, ultra leggera, con un’ammortizzazione con zoom fantastica sul tallone e sulla punta, oltre ad un’aderenza semplicemente stellare.
Il colorway più iconico è lo stesso usato durante il Christmas Day, quello che venne definito “Grinch”. Ai giorni nostri questa colorazione è probabilmente una fra le più usate dai giocatori.
Nike Zoom Kobe VII
2011-2012
Nike volle dare alla comunità di appassionati di basket anche la possibilità di personalizzare le proprie scarpe e proprio da questo desiderio ebbero origine le Nike Zoom Kobe VII, dotate del supreme system. Questo sistema permetteva ai giocatori di personalizzare la scarpa cambiando il supporto per la caviglia e l’ammortizzatore centrale in funzione dello stile di gioco, veloce o potente che fosse. Il leopardo, il grande squalo bianco e la mamba nera sono poi rappresentati lungo la scarpa.
Nonostante questo paio non abbia avuto lo stesso successo dei suoi due modelli precedenti, sicuramente era un’ottima opzione soprattutto per quei giocatori che avevano paura di passare a scarpe più basse. Infatti, con la cavigliera indossabile, in molti si incoraggiarono a dare una chance a questo tipo di scarpe.
Nike Zoom Kobe VII
2011-2012
Nike volle dare alla comunità di appassionati di basket anche la possibilità di personalizzare le proprie scarpe e proprio da questo desiderio ebbero origine le Nike Zoom Kobe VII, dotate del supreme system. Questo sistema permetteva ai giocatori di personalizzare la scarpa cambiando il supporto per la caviglia e l’ammortizzatore centrale in funzione dello stile di gioco, veloce o potente che fosse. Il leopardo, il grande squalo bianco e la mamba nera sono poi rappresentati lungo la scarpa.
Nonostante questo paio non abbia avuto lo stesso successo dei suoi due modelli precedenti, sicuramente era un’ottima opzione soprattutto per quei giocatori che avevano paura di passare a scarpe più basse. Infatti, con la cavigliera indossabile, in molti si incoraggiarono a dare una chance a questo tipo di scarpe.
Nike Zoom Kobe VIII
2012-2013
Il duo dinamico Avar-Kobe mantenne una linea di continuità in quanto alla semplicità e alla leggerezza di questo modello e sorprese ancora una volta con l’impiego di un tessuto a rete per la tomaia della scarpa, una caratteristica più tipica del running. Furono, però, segnate negativamente dalla rottura parziale del tendine d’Achille di Kobe. Tale avvenimento generò infatti un dibattito sulla possibilità che la colpa di ciò fosse imputabile all’uso di una scarpa così bassa. Successivamente venne, però, dimostrato che non fu quella la causa.
Minimal e con uno dei migliori livelli di aderenza mai visti prima di allora. Nello sforzo di ridurre il loro peso, tutta l’ammortizzazione venne collocata sulla soletta, un’innovazione che funzionò correttamente, anche se non del tutto, dato che all’epoca molti giocatori (e attualmente la maggior parte) usavano delle solette personali. Pertano non potevano usare questo modello che includeva già una soletta ammortizzata. Inoltre esistevano due tipi di solette: quelle di serie, in Lunarlon al 100%, e quelle incluse nei modelli personalizzati/ID che potevano essere ordinati appositamente sul sito della Nike e che presentavano lo zoom sulla punta e sul tallone.
Nike Zoom Kobe VIII
2012-2013
Il duo dinamico Avar-Kobe mantenne una linea di continuità in quanto alla semplicità e alla leggerezza di questo modello e sorprese ancora una volta con l’impiego di un tessuto a rete per la tomaia della scarpa, una caratteristica più tipica del running. Furono, però, segnate negativamente dalla rottura parziale del tendine d’Achille di Kobe. Tale avvenimento generò infatti un dibattito sulla possibilità che la colpa di ciò fosse imputabile all’uso di una scarpa così bassa. Successivamente venne, però, dimostrato che non fu quella la causa.
Minimal e con uno dei migliori livelli di aderenza mai visti prima di allora. Nello sforzo di ridurre il loro peso, tutta l’ammortizzazione venne collocata sulla soletta, un’innovazione che funzionò correttamente, anche se non del tutto, dato che all’epoca molti giocatori (e attualmente la maggior parte) usavano delle solette personali. Pertano non potevano usare questo modello che includeva già una soletta ammortizzata. Inoltre esistevano due tipi di solette: quelle di serie, in Lunarlon al 100%, e quelle incluse nei modelli personalizzati/ID che potevano essere ordinati appositamente sul sito della Nike e che presentavano lo zoom sulla punta e sul tallone.
Nike Zoom Kobe IX
2013-2014
Le scarpe che Kobe non ha mai usato durante l’NBA. L’infortunio di Kobe di fatto gli fece perdere tutta la stagione. È stato possibile vedere Kobe che indossava queste scarpe solo nelle foto di presentazione del prodotto. Una scarpa alta, con una specie di stivaletto protettivo che ricorda le scarpe dei pugili insieme a un design che non lascia nessuno indifferente. Per la fortuna dei nostalgici la scarpa è stata venduta anche in versione bassa.
Come non poteva essere altrimenti, le Kobe 9 presentano tutte le innovazioni che Nike aveva introdotto nei suoi modelli, ma soprattutto si distinguono per l’impiego del Flyknit, trattandosi della grande base della scarpa. Inoltre è presente anche il Flywire classico e stavolta l’ammortizzazione è in Lunarlon. Infine spicca la suola, completamente piatta, senza molti eccessi e che simula il passo di Bryant.
Nike Zoom Kobe IX
2013-2014
Le scarpe che Kobe non ha mai usato durante l’NBA. L’infortunio di Kobe di fatto gli fece perdere tutta la stagione. È stato possibile vedere Kobe che indossava queste scarpe solo nelle foto di presentazione del prodotto. Una scarpa alta, con una specie di stivaletto protettivo che ricorda le scarpe dei pugili insieme a un design che non lascia nessuno indifferente. Per la fortuna dei nostalgici la scarpa è stata venduta anche in versione bassa.
Come non poteva essere altrimenti, le Kobe 9 presentano tutte le innovazioni che Nike aveva introdotto nei suoi modelli, ma soprattutto si distinguono per l’impiego del Flyknit, trattandosi della grande base della scarpa. Inoltre è presente anche il Flywire classico e stavolta l’ammortizzazione è in Lunarlon. Infine spicca la suola, completamente piatta, senza molti eccessi e che simula il passo di Bryant.
Nike Zoom Kobe IX
2013-2014
Le scarpe che Kobe non ha mai usato durante l’NBA. L’infortunio di Kobe di fatto gli fece perdere tutta la stagione. È stato possibile vedere Kobe che indossava queste scarpe solo nelle foto di presentazione del prodotto. Una scarpa alta, con una specie di stivaletto protettivo che ricorda le scarpe dei pugili insieme a un design che non lascia nessuno indifferente. Per la fortuna dei nostalgici la scarpa è stata venduta anche in versione bassa.
Come non poteva essere altrimenti, le Kobe 9 presentano tutte le innovazioni che Nike aveva introdotto nei suoi modelli, ma soprattutto si distinguono per l’impiego del Flyknit, trattandosi della grande base della scarpa. Inoltre è presente anche il Flywire classico e stavolta l’ammortizzazione è in Lunarlon. Infine spicca la suola, completamente piatta, senza molti eccessi e che simula il passo di Bryant.
Nike Zoom Kobe X
2014-2015
Per la seconda stagione consecutiva Kobe decise di scegliere nuovamente delle scarpe ultra alte, ma di questo modello uscì anche una versione bassa “Low”. La versone principale si caratterizzava per un design basic discreto, mentre le altre versioni presentavano una tomaia completamente realizzata con la tecnologia Flyknit che le rendeva più flessibili e comode rispetto al modello precedente. Questi modelli con Flyknit uscirono come edizioni limitate (Elite) e sono ancora utilizzati da tanti giocatori molte stagioni dopo. Ciò rende le Kobe X uno dei modelli Kobe più popolari dell’NBA.
Nike Zoom Kobe X
2014-2015
Per la seconda stagione consecutiva Kobe decise di scegliere nuovamente delle scarpe ultra alte, ma di questo modello uscì anche una versione bassa “Low”. La versone principale si caratterizzava per un design basic discreto, mentre le altre versioni presentavano una tomaia completamente realizzata con la tecnologia Flyknit che le rendeva più flessibili e comode rispetto al modello precedente. Questi modelli con Flyknit uscirono come edizioni limitate (Elite) e sono ancora utilizzati da tanti giocatori molte stagioni dopo. Ciò rende le Kobe X uno dei modelli Kobe più popolari dell’NBA.
Nike Zoom Kobe X
2014-2015
Per la seconda stagione consecutiva Kobe decise di scegliere nuovamente delle scarpe ultra alte, ma di questo modello uscì anche una versione bassa “Low”. La versone principale si caratterizzava per un design basic discreto, mentre le altre versioni presentavano una tomaia completamente realizzata con la tecnologia Flyknit che le rendeva più flessibili e comode rispetto al modello precedente. Questi modelli con Flyknit uscirono come edizioni limitate (Elite) e sono ancora utilizzati da tanti giocatori molte stagioni dopo. Ciò rende le Kobe X uno dei modelli Kobe più popolari dell’NBA.
Nike Zoom Kobe XI
2015-2016
Questo fu l’ultimo modello indossato da “Mamba” in campo. Queste Kobe sono notevoli per quanto riguarda l’aderenza, ma d’altra parte i materiali dipendevano dal colorway. In effetti, così come le 9, questo modello aveva la particolarità che, a seconda del colorway scelto, i materiali impiegati cambiavano così radicalmente da sembrare una scarpa completamente diversa.
Infatti alcune impiegavano materiali sintetici per l’upper, mentre in altre tali materiali erano tessili. Alcune presentavano una suola in gomma solida, mentre in altre la gomma era traslucida. E di conseguenza anche le differenze nelle performance erano notevoli (principalmente nelle suole in gomma traslucida, con cui si scivolava nettamente di più).
Le Kobe XI passarono alla storia come l’ultimo modello di scarpe, con cui Kobe giocò la su ultima partita contro gli Utah allo Staples totalizzando 60 punti, MAMBA OUT.
Nike Zoom Kobe XI
2015-2016
Questo fu l’ultimo modello indossato da “Mamba” in campo. Queste Kobe sono notevoli per quanto riguarda l’aderenza, ma d’altra parte i materiali dipendevano dal colorway. In effetti, così come le 9, questo modello aveva la particolarità che, a seconda del colorway scelto, i materiali impiegati cambiavano così radicalmente da sembrare una scarpa completamente diversa.
Infatti alcune impiegavano materiali sintetici per l’upper, mentre in altre tali materiali erano tessili. Alcune presentavano una suola in gomma solida, mentre in altre la gomma era traslucida. E di conseguenza anche le differenze nelle performance erano notevoli (principalmente nelle suole in gomma traslucida, con cui si scivolava nettamente di più).
Le Kobe XI passarono alla storia come l’ultimo modello di scarpe, con cui Kobe giocò la su ultima partita contro gli Utah allo Staples totalizzando 60 punti, MAMBA OUT.